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Schiscetta, un modo diverso di pranzare

Ormai sono ben quattro anni che in pausa pranzo mangio un pasto che mi preparo a casa, non ho sempre tempo di preparare un vero e proprio pasto, a volte ripiego sul panino, lo ammetto, però non ho più messo piede a mensa o nelle trattorie limitrofe, preferisco di gran lunga la mia schiscetta! Prendo in prestito questo termine dal milanese, qui a Roma non si dice schiscetta, ma semplicemente portavivande! Si chiama così perchè identifica il contenitore in cui nel dopoguerra si usava “schiacciare” il pranzo preparato a casa per essere portato a lavoro.

Per quanto mi riguarda la pausa pranzo lavorativa è un momento che dedico a me stessa o alle persone a cui voglio bene, e purtroppo non sempre l’ambiente lavorativo è così “amichevole”. Personalmente non mi  sforzo di “apparire” e di far buon viso a cattivo gioco, e quindi mi organizzo con il mio pranzetto e me lo mangio in santa pace!

Mi gusto la mia schiscetta!

Io vi consiglio di iniziare a pensarci, certo è una cosa in più da fare, ma credetemi che ne guadagnerete prima di tutto in salute, perchè sapete cosa mangiate, e poi anche a livello economico è un bel risparmio! Di regola cerco sempre di portarmi un tipo di carboidrati e un tipo di proteine, da abbinare a verdura e frutta, qualche volta esagero con le proteine, nel senso che abbino per esempio il tonno ai legumi…

Vi consiglio anche una pagina facebook che seguo e che considero ben fatta!

 https://www.facebook.com/Schiscetta?fref=ts

Vi lascio con una foto bellissima: é il 29 Settembre del 1932 a New York e i lavori dell’RCA Building del Rockefeller Center sono al 69° piano, 260 metri di altezza. Charles Clyde Ebbets ne approfitta per scattare la famosa foto agli undici operai in pausa, si può intravedere sullo sfondo Central Park.

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E’ bella vero??

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